Master in Danza e inclusione sociale - MADIS
Master di 1° LivelloPiano Didattico
Le discipline sono raggruppabili in tre aree: tecnico-analitico-compositive, storico- antropologico- ricostruttive, ricerca sul campo e allestimento.
I laboratori saranno organizzati all’insegna del lavoro di gruppo sulle diverse discipline presenti nel Master, mentre i tirocini saranno occasione di approfondimento sul campo. Il Master si concluderà con un progetto individuale pratico-teorico (tesi).
Le lezioni saranno raggruppate in moduli didattici intensivi con periodi prolungati per la ricerca, tirocinio e stage sul campo. L’esame per le discipline pratico-teoriche coinciderà con l’ultimo giorno di lezione. Per le materie teoriche l’esame sarà calendarizzato dopo tre settimane dalla fine dell’ultima lezione ed è previsto un secondo appello nel mese successivo.
Le Commissioni di esame saranno composte dal docente del Master della disciplina oggetto dell’esame e da altri due docenti del Master.
La tesi/progetto individuale sarà valutata da una Commissione composta dai docenti del Master incluso il relatore che può essere scelto anche tra gli esperti ed operatori coinvolti nelle attività del Master, e può aver luogo in AND o in Sardegna in uno degli spazi sede del Master.
Numero di posti disponibili: massimo 20 minimo 15.
LABORATORI E TIROCINI
Moving Closer – verso Pièce per CINQUE
laboratorio e tirocinio a cura del coreografo Andrea Gallo Rosso (IMPROVVISAZIONE E DANZA DI COMUNITA)’
“Pièce per cinque” del coreografo Andrea Gallo Rosso. Si tratta di dieci giorni di Laboratorio con del Master di I livello e dieci giorni di tirocinio con spettacolo finale, che nascerà grazie al sostegno del CEDAC. “Pièce per cinque” fa parte di un progetto nazionale, che prevede la creazione di uno spettacolo con danzatori professionisti e una parte laboratoriale indirizzata a non danzatori – Over60, persone con disabilità, rifugiati.
Tutto il progetto nasce per investigare a fondo due tematiche principali: Conflitto e memoria. Questi temi sono fondamentali per una maggiore comprensione dell’epoca che stiamo vivendo. Il processo di creazione dello spettacolo sarà collegato ad un processo laboratoriale rivolto a rifugiati e persone anziane. L’idea è di creare un collegamento tra questi due gruppi di persone, creando un dialogo tra loro.
Per una didattica del corpo narrativo
Laboratorio a cura del coreografo Stefano Mazzotta (SCRITTURA COREOGRAFICA)
Scrittura coreografica (analisi del movimento e prove di composizione), laboratorio creativo (percorsi di messa in scena intorno a specifiche tematiche/testi teatrali) Conoscere il proprio corpo e gli infiniti significati di cui è potenziale portavoce significa presenziare coscientemente a ogni singolo suo stare o muoversi, con la chiara coscienza di ciò che questo implica in termini drammaturgici. Essere dunque presente ad ogni più piccola porzione di sè e saper declinare le parti al servizio e nella costruzione di un messaggio chiaro e cosciente.
“Comporre” le frasi con le quali daremo voce al nostro corpo, danzare, sarà come dipingere un paesaggio di fronte agli occhi del nostro interlocutore: comprenderne e restituirne forme e dimensioni, spazio e distanze, intensità di colori e sfumature. Intrapreso questo percorso di analisi avremo fatto il primo passo verso l’onestà che ci è richiesta sulla scena, pur con le inevitabili preziose variabili che sono proprie di ogni cosa viva.
Il corpo, malgrado ogni nostro sforzo di neutralità, comunica incessantemente, facendo uso di un vocabolario di forme, adottate da ogni esperienza vissuta, tra quelle che più amiamo e in cui più ci riconosciamo. Possiamo raccogliere coscientemente questi “segni” e, con essi, costruire la nostra propria lingua. Poi imparare a riconoscerne i meccanismi, il “lessico”, la “sintassi”. Per trovare la misura di una precisa corrispondenza tra ciò che intendiamo dire e ciò che ininterrottamente il nostro stare o fare manifesta.
Verso Elegia: dare forma al Racconto
Tirocinio a cura del coreografo Stefano Mazzotta
Il tirocinio si svolgerà nel Comune di Settimo San Pietro durante la residenza artistica “Interconnessioni” Progetto di residenza artistica 2018/2020_Artisti nel territorio ai sensi dell’intesa stato regioni, in attuazione dell’art.43 (residenze) del D.M 27/07/2017
Gli studenti coinvolti nel processo avranno modo di seguire le tappe del percorso di costruzione dell’opera e approfondire aspetti connessi alla composizione, alla drammaturgia e i passaggi della residenza, le interviste agli artisti, i momenti di condivisione, la creazione, gli spazi, gli abitanti e tutto ciò che testimonia il percorso di residenza artistica.
Il frutto di questo percorso, diviso tra approfondimenti di natura pratica e teorica, diventerà l’originale vocabolario gestuale e di movimento dell’opera.
Un’esperienza di movimento
laboratorio e tirocinio a cura della coreografa Sara Angius (RELEASE TECHNIQHE E FLOORWORK)
Gesto naturale quotidiano, morbidezza, impulsi e reazioni, istinto e ragione, contrazione, espansione, una musica del corpo che agisce guidata dalla musica costituisce, sia a livello creativo che didattico, la forza motrice che mi conduce.
Nello specifico il lavoro didattico si basa sui macro-principi della tecnica “Release” (appresi attraverso lo studio della metodologia di Anna Teresa de Keersmaeker), elaborati, trasformati e influenzati da una ricerca di movimento orientata alla creazione. Il corpo così concepito diventa “come una pianta di bambù”, estremamente forte e radicato al suolo e, allo stesso tempo, estremamente morbido e flessibile. Gli elementi centrali degli interventi di laboratorio si sviluppano partendo dall’apprendimento e dalla pratica di sequenze fisiche, sperimentando i principi di “peso e gravità”, “impulsi attivi” e “movimenti passivi”, “azione” e “reazione”, nozioni che verranno introdotte fin dall’inizio e applicate ai diversi esercizi. La mente e il corpo sono impegnati nell’esplorazione di una qualità di movimento molto specifica, nell’ascolto del peso del corpo e nell’analisi di nuove dinamiche e del modo in cui il corpo si relaziona al suolo, alla ricerca di consapevolezza e sensibilità rispetto agli impulsi che provengono dalle varie parti del corpo (estremità o centro).
Durante il percorso di formazione artistica, riscaldamento ed esercizi di floor work si evolvono, partendo da sequenze basiche e semplici fino ad arrivare a frasi più lunghe e articolate, dove entrano in gioco diverse dinamiche, isolamento delle parti del corpo, consapevolezza dello spazio e musicalità. Corpo/spazio fisico, corpo/spazio interiore, relazione, interlocutori: da qui nasce la connessione di un corpo con un altro corpo, che provoca la scoperta e la conseguente sperimentazione di nuove possibilità di utilizzo del peso, gravità, postura e comunicazione, introducendo un nuovo livello di comunicazione e consapevolezza dello spazio, degli altri interlocutori e della scena: l’acting verso la creazione.
Il momento della creazione costituisce l’applicazione di tutti gli strumenti acquisiti man mano e elaborati secondo un concetto di scrittura coreografica. Al danzatore verranno forniti gli strumenti utili e necessari alla composizione coreografica su tre piani di versi: il corpo in relazione allo spazio, il corpo in relazione a un altro corpo, il corpo in relazione al gruppo. In questa fase tutti gli elementi sperimentati e indagati diventano i principali ingredienti del linguaggio non verbale e di una scrittura corporale, in cui essi sono sinergicamente considerati complementari e unici. Il danzatore diventa non mero strumento di interpretazione e rappresentazione, ma organo importante di una partitura, in cui autore, interprete e coro diventano un atto unico.
Il corpo che parla, il corpo che ascolta
laboratorio e tirocinio a cura del coreografo Guido Tuveri (MOVIMENTO INTROSPETTIVO)
Il corpo è uno strumento perfetto: è il tramite per comunicare, comprendere, imparare, sentire, agire nel mondo, in cui ci permette di esistere. Grazie al Metodo Tuveri si re-impara a dargli la centralità che gli è propria e che, troppo spesso, in tempi di fretta e tecnologia, ha perso.
Il laboratorio – suddiviso in tre moduli – si rivolge in particolar modo ai formatori, genitori, educatori, insegnanti, mediatori culturali, quali utilizzeranno le conoscenze apprese per migliorare la comunicazione con i loro interlocutori.
Un percorso per chiunque creda nelle potenzialità conoscitive e auto-conoscitive del corpo, per meglio capirle e utilizzarle, nella relazione con sé e con gli altri.